Per favore, gli Islamici non chiamateli fratelli. Secondo la polizia la notizia diffusa da Adilur Rahman Khan, segretario generale della famosa ong Odhikar, è falsa. Il 5 maggio scorso radicali dell’Hefajat-e-Islami hanno ucciso 61 persone durante un hartal (sciopero). Le forze dell’ordine: “Nessuno ci ha mai riferito di omicidi”.
Dhaka- Le Ong nazionali e internazionali condannano l’arresto di Adilur Rahman Khan, noto attivista per i diritti umani in Bangladesh, accusato di aver pubblicato sul sito della sua organizzazione la “falsa notizia” di un massacro, compiuto da estremisti islamici contro civili innocenti. Fermato ieri, l’uomo avrebbe violato l’Information and Communication Technology Act del 2006.
Adilur Rahman Khan è segretario generale di Odhikar, importante organizzazione per i diritti umani. Nella notizia diffusa online si afferma che il 5 maggio scorso, durante uno degli innumerevoli hartal (scioperi) avvenuti in questi mesi, l’Hefajat-e-Islami avrebbe ucciso 61 persone.
L’Hefajat (“Protettore dell’islam”) è uno dei gruppi fondamentalisti – sostenitori del partito islamico Jamaat-e-Islami – sorti come funghi negli ultimi mesi e nati in seno alle numerose madrasse (scuole coraniche) sparse in tutto il Bangladesh.
Per la polizia si tratterebbe di un’informazione falsa, come false sarebbero anche le foto apparse sul sito di Odhikar. “Nessuno – hanno sottolineato alcuni agenti – ci ha mai denunciato l’uccisione di qualcuno il 5 maggio scorso”.
L’arresto di Khan è stato condannato a livello nazionale e internazionale. Secondo l’Asian Forum for Human Rights and Development (Forum-Asia), si tratta di “un atto arbitrario al senso di sicurezza di tutti i difensori dei diritti umani del Paese”.
Anche Khaleda Zia, presidente del Bangladesh Nationalist Party (Bjp, primo partito dell’opposizione), ha condannato l’arresto, sostenendo che il fermo “è il risultato di una richiesta ufficiale del governo” e definendo “grave” la situazione dei diritti umani nel Paese.
Da Asianews.it
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