Avevano preso di mira un loro coetaneo, non si sa ancora per quale motivo. Ma lei è stata più coraggiosa e, con un’azione molto decisa ha preso in mano la situazione.
Poteva finire molto male per il povero ragazzo che era stato preso di mira da un gruppo di bulli a bordo di un bus a Roma.
Il ragazzo preso di mira
Poteva finire molto male per il povero ragazzo che era stato preso di mira da un gruppo di bulli a bordo di un bus a Roma. Tante le vessazioni, prima solo verbali e, poi, trasformatesi anche in minacce fisiche. Senza l’intervento di nessun passeggero che era lì. Tutti osservavano la vicenda senza intervenire, forse per paura che, poi, quello stesso gruppo di teppisti, poteva rivolgere contro di loro le violenze.
Ma Simona, questo il nome della coraggiosa autista del mezzo dell’ATAC, non ci ha pensato su due volte. Non è riuscita a stare con le mani in mano. Doveva fare qualcosa per aiutare e difendere quel ragazzo vessato e preso di mira.
Soprattutto quando ha iniziato a sentire le pesanti offese verbali che venivano rivolte a quel ragazzo che, nel giro di poco, si sono trasformate in spintoni, aumentando così la crudeltà verso di lui. Simona ha osservato tutto ciò che stava accadendo, sul mezzo che stava conducendo, dallo specchietto retrovisore. Sperava che qualche passeggero intervenisse prima di lei ma, vedendo che nessuno faceva niente, ha preso in mano la situazione.
L’autista del bus cerca di aiutarlo
Ha fermato il bus e, con una scusa, si è avviata verso la parte posteriore del mezzo proprio dove si trovavano quei teppisti e la povera vittima. Si è avvicinata al giovane impaurito e, con parole calme e tranquille, lo ha invitato a seguirla, per poi farlo accomodare nel vano guida, sul sedile accanto al suo. Rimette in moto il mezzo e fa proseguire la corsa.
Dall’altro lato, il gruppo di bulli torna nel suo silenzio. Ma il gesto di Simona non si è fermato qui. Ha chiesto al ragazzo se avesse bisogno di qualcosa e gli ha, anche, chiesto di chiamare i suoi genitori. Voleva esser anche lei sicura e tranquilla che, una volta arrivata all’ultima fermata, il ragazzo sarebbe sceso e si fosse trovato in mani sicure, quelle della sua mamma o del suo papà, e non di nuovo in quelle di quel gruppo di teppistelli.
Simona: un esempio per tutti
L’arrivo al capolinea e lì c’era la mamma del ragazzo. Saputo dell’accaduto, la donna ha ringraziato Simona con poche e semplici parole, per ciò che aveva fatto per suo figlio, e lo ha riportato a casa. Ma un esempio così non poteva esser dimenticato facilmente.
Dall’ATAC, infatti, hanno fatto sapere che, nel pomeriggio di quello stesso giorno, la mamma del ragazzo, attraverso la pagina Facebook dell’azienda, ha fatto sapere di voler contattare proprio Simona per ringraziarla ancor meglio per tutto ciò che aveva fatto per suo figlio.
Se dal canto suo, Simona ha fatto soltanto il suo dovere, possiamo dire che, invece, ha compiuto un grande gesto d’amore, di solidarietà e di affetto per quel ragazzo, difendendolo dalle grinfie dei bulli, aiutandolo anche a riprendersi dallo shock.
Un gesto che non va assolutamente dimenticato, ma preso come esempio.
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