Stalkers in libertà: niente custodia cautelare per chi perseguita le donne

imagesIn un momento in cui stiamo assistendo ad una vergognosa ed inaccettabile recrudescenza dei femminicidi da parte di un numero sempre crescente di stalkers in tutta Italia, il Senato e la ministro Cancellieri studiano l’abolizione della custodia cautelare per il reato di stalking. Non volevamo crederci, ma dopo attenta verifica dobbiamo prendere atto che è proprio così. Nell’ambito del decreto legge per l’alleggerimento dell’affollamanto carcerario attualmente in esame alla Commissione Giustizia del Senato è passato un emendamento secondo il quale per gli stalkers non scatterebbe più la custodia cautelare, nemmeno nella forma edulcorata degli arresti domiciliari. Ergo, se non si interverrà a correggere, gli stalkers che molestano, minacciano, perseguitano, picchiano e terrorizzano le donne “che amano”, ma anche quel 5% di donne che perseguitano i loro ex, in un crescendo che spesso sfocia in lesioni gravi o nell’omicidio, saranno liberi di andarsene in giro a maramaldeggiare e seviziare nel corpo e nella psiche le loro povere ed indifese vittime, letteralmente lasciate in balia dei loro aguzzini.

Il pasticcio, se lo vogliamo chiamare così, nasce da un errore tecnico incredibile e talmente marchiano da lasciare stupefatti. Secondo la norma attuale, per lo stalker scatta l’obbligo della custodia cautelare quando mette in atto comportamenti delittuosi punibili con una pena il cui massimo non sia inferiore ai quattro anni. Ora quel limite, nella norma passata alla lettura al Senato, è stato elevato a 5 anni, rendendo la norma stessa di fatto inapplicabile visto che per il reato di stalking, se non intervengono altri reati come lesioni gravi ad esempio, la pena massima prevista attualmente è di 4 anni. In altri termini, il limite di pena che comporta la carcerazione preventiva obbligatoria è stato spostato al di sopra di quello della pena massima che può essere inflitta, per cui di fatto non potrà più applicarsi per nessuno, ripetiamo neanche per i semplici arresti domiciliari che rispondono agli stessi presupposti e sottostanno allo stesso regime normativo del carcere.

La cosa non ha scomposto più di tanto la ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri, la quale, nel corso della sua visita al carcere fiorentino di Sollicciano, si è intrattenuta sull’argomento con i giornalisti. “Purtroppo nel passaggio parlamentare è stato un po’ modificato e cambiato, secondo noi, in senso negativo. Adesso vediamo se riusciamo a recuperare degli spazi, sennò vedremo, in un altro momento di depenalizzazione, di affrontare il tema” ha detto la Guardasigilli, che ha poi aggiunto: “Abbiamo ancora un passaggio parlamentare e vediamo se possiamo recuperare su alcuni temi. Sono in corso riunioni con i capigruppo e stiamo vedendo. Per noi come aspetto è importante la recidività, perché quello sarebbe già qualcosa. Vediamo come andrà a finire. La depenalizzazione sarà un modo per alleggerire le carceri – ha concluso Cancellieri – c’è una commissione di studio che sta facendo un lavoro molto serio e poi prenderemo le nostre decisioni”.
Vero. La depenalizzazione sarà un modo per alleggerire le carceri affollando ospedali e cimiteri.

Lavoro serio, lo ha definito la Cancellieri quello della Commissione. Altrochè se è serio decidere che si possa lasciare in giro gente a perseguitare, a molestare, colpire ed ammazzare ex amanti riottose ai loro putridi voleri possessivi. Ma come può venire in mente, con le cronache giornaliere di omicidi di donne non difese o tutelate di depenalizzare il reato di stalking, che casomai dovrebbe essere sottoposto ad un giro di vite per eliminare dalla circolazione tanti irriducibili persecutori? L’aspetto della recidività cui si aggrappa la Cancellieri e quelli che le vanno appresso su questa strada in realtà assomiglia tanto alla chiusura delle porta della stalla dopo che i buoi sono scappati. Quando uno stalker, od una stalker, anche se queste sono meno del 5% del totale come accennato, mette in atto la recidiva spesso è troppo tardi. Possiamo concordare che in una prima volta si possano adottare azioni penali mirate alla dissuazione ed alla responsabilizzazione del persecutore. Ma dalla seconda aggressione in poi di una vittima, la legge nei confronti di questi malvagi e perfidi individui dovrebbe essere inesorabile e mirare al loro più totale isolamento, con la loro enucleazione dalla società al fine di disinnescare la furia vendicativa e devastatrice dell’altrui esistenza da cui sono animati e che crea un enorme allarme sociale.

Non ci resta che pregare per queste persone… affinchè Dio li liberi da quella legione di demoni che vive dentro di loro, e li possa riscattare come aha riscattato l’ultimo degli ultimi!


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