India, i cristiani rinnovano richiesta di protezione

INDIAmadreefigliodalitLa comunità cristiana in India rinnova l’appello al Governo chiedendo maggiore protezione. Nuovi casi di violenza si aggiungono infatti a quelli avvenuti nei giorni scorsi. Come ha reso noto l’organizzazione ecumenica All India Christian Council, un pastore evangelico è stato aggredito e percosso nel distretto di Shimoga, nello stato indiano del Karanataka. (nella foto di Marcus Perkins: una madre dalit con il suo bambino).

Inoltre, quattro ragazze che frequentavano una scuola cristiana nel villaggio di Labda, nell’area di Pakur, Stato indiano di Jharkhand, sono state oggetto di violenze. A rendere noto quest’ultimo episodio, riferisce l’agenzia Fides, è stato il Catholic Secular Forum, un’organizzazione caritativa. Secondo un recente rapporto dell’organizzazione, il Karnataka è al vertice nei casi di violenza intercomunitaria e interreligiosa, con oltre mille attacchi sui cristiani verificatisi nel solo 2011. Come accennato nei giorni scorsi erano avvenute altre aggressioni a danni di cristiani, In particolare, una religiosa, delle suore francescane missionarie di San Giuseppe, è stata rapita e poi sottoposta a violenze da parte di un gruppo di uomini, nel distretto di Kandhamal, nello Stato dell’Orissa. Sempre in quest’ultimo Stato, estremisti indù hanno attaccato in varie occasioni alcuni villaggi cristiani.

L’All India Christian Council ha chiesto al Governo di intervenire sui colpevoli e di non lasciare impuniti tali atti di violenza che violano la libertà religiosa di cittadini indiani, garantita dalla Costituzione. Padre Faustine Lobo, direttore del Pontificie Opere Missionarie in India, ha osservato che «il nodo principale è l’impunità. Le vittime privilegiate sono ragazze di gruppi tribali, dalit o emarginati, cioè i gruppi più vulnerabili e più deboli, che hanno scarsa influenza sociale e politica e spesso non sono in grado di difendersi». Il sacerdote ha concluso che occorre una «più stretta applicazione delle leggi: la certezza della pena potrebbe agire come deterrente» – See more at: http://www.evangelici.net/notizie/1375117200.html#sthash.PfB7L46P.dpuf

Inoltre, quattro ragazze che frequentavano una scuola cristiana nel villaggio di Labda, nell’area di Pakur, Stato indiano di Jharkhand, sono state oggetto di violenze. A rendere noto quest’ultimo episodio, riferisce l’agenzia Fides, è stato il Catholic Secular Forum, un’organizzazione caritativa. Secondo un recente rapporto dell’organizzazione, il Karnataka è al vertice nei casi di violenza intercomunitaria e interreligiosa, con oltre mille attacchi sui cristiani verificatisi nel solo 2011. Come accennato nei giorni scorsi erano avvenute altre aggressioni a danni di cristiani, In particolare, una religiosa, delle suore francescane missionarie di San Giuseppe, è stata rapita e poi sottoposta a violenze da parte di un gruppo di uomini, nel distretto di Kandhamal, nello Stato dell’Orissa. Sempre in quest’ultimo Stato, estremisti indù hanno attaccato in varie occasioni alcuni villaggi cristiani.

L’All India Christian Council ha chiesto al Governo di intervenire sui colpevoli e di non lasciare impuniti tali atti di violenza che violano la libertà religiosa di cittadini indiani, garantita dalla Costituzione. Padre Faustine Lobo, direttore del Pontificie Opere Missionarie in India, ha osservato che «il nodo principale è l’impunità. Le vittime privilegiate sono ragazze di gruppi tribali, dalit o emarginati, cioè i gruppi più vulnerabili e più deboli, che hanno scarsa influenza sociale e politica e spesso non sono in grado di difendersi». Il sacerdote ha concluso che occorre una «più stretta applicazione delle leggi: la certezza della pena potrebbe agire come deterrente» – See more at: http://www.evangelici.net/notizie/1375117200.html#sthash.PfB7L46P.dpuf

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