Saluto caramente nel Signore quanti si apprestano alla lettura della mia testimonianza.
Mi chiamo Maria Cristina, ho vent’anni e sono una studentessa universitaria.
Incomincio col dirvi che il Signore aveva un piano particolare per la mia vita prima ancora che io nascessi; sin da quand’ero nel grembo materno il Signore vegliava su me: vi spiego il motivo.
Sono nata in una famiglia cattolica da madre molto praticante e padre della specie: “vado in chiesa due o tre volte l’anno”; sono l’ultima di sei figli, la mia mamma aveva 44 anni, quando si accorse di aspettarmi e a causa della sua età “avanzata”, i medici le consigliarono di interrompere la gravidanza, esponendole tutti i problemi a cui sarebbe andata incontro, non solo per la sua vita, quanto per quella del bambino che rischiava gravi problemi.
Mia madre era contraria, ma il pensiero di avere un figlio con gravi malformazioni, considerata la sua età, la spaventava e la indusse quasi ad accettare. Fu inviata in una clinica con una richiesta di aborto, non ne era del tutto convinta, ma se i medici di quella clinica le avessero confermato che avrebbe potuto avere un figlio o una figlia con gravi problemi fisici e/o mentali, avrebbe interrotto la gravidanza; quella mattina mia madre non potè chiedere o fare nulla, perché, caso strano, i medici erano in sciopero e mia madre, da buona credente, prese quello sciopero come un segno divino e così decise di tenermi.
La gravidanza fu tranquilla e nell’ottobre del 1980 mia madre partorì me: una bambina bella e sana. Mi commuovo sempre quando penso a questo, il Signore ha voluto che io nascessi, perché voleva che io diventassi una Sua figliuola per essere al Suo servizio. Sono cresciuta allora in una famiglia cattolica fino all’età di sei anni, quando nel dicembre dell’86, in una fredda mattina d’inverno, una luce entrò nella nostra casa a riscaldare i cuori dei miei genitori: non era un raggio di sole, né un evento soprannaturale, ma era la Parola di Dio, quella meravigliosa Parola che attraverso un programma televisivo giunse alle orecchie e al cuore dei miei genitori. I canti, le testimonianze e la predicazione della Parola parlavano di Gesù e dell’invito che egli fa all’umanità, l’invito di andare a Lui per ottenere il perdono e la vita eterna; un invito accettato dai miei genitori, che contattarono la televisione per recarsi nella comunità più vicina a noi e, può sembrare un caso, se n’era appena aperta una nel nostro quartiere. I miei genitori, ed io con loro, cominciammo a frequentare la comunità: i miei accettarono Gesù come loro personale Salvatore e nel maggio dell’87 scesero nelle acque battesimali.
Dal momento della conversione dei miei genitori io sono cresciuta in una famiglia cristiana, in una famiglia in cui regnava e tutt’oggi regna Cristo Gesù.
Sin da piccola ho potuto sperimentare l’amore di Dio, andavo in chiesa, ascoltavo la Sua Parola e ho potuto vedere le meraviglie che Lui compiva. Dio ha fatto tanto nella mia famiglia, ricordo diversi particolari: potrei raccontarvi di quando il Signore guarì la gamba di mia madre, che a causa di una storta, diventò gonfia e livida e solo dopo aver pregato Dio, e solo Lui, ritornò normale; o di quando attraversammo dei momenti difficili, come quello del 90, quando scoprimmo che mio fratello e sua moglie, che vivevano con noi, erano tossicodipendenti. Ricordo benissimo la tragedia che piombò in casa nostra, ricordo il giorno in cui lo scoprimmo, quando alle negazioni di mio fratello, suo suocero gli scoprì le braccia, chiedendogli cosa fossero quei buchi; ricordo le sue crisi di astinenza e le sue minacce di morte verso i miei genitori. Però posso sostenere che il Signore è stato con noi, come Gesù nella barca con i discepoli, Gesù era lì in quella sofferenza e la fede in Lui ci ha dato la forza di andare avanti.
Ora grazie a Dio, mio fratello ne è uscito fuori. Potrei citare tante altre meraviglie, ma vi racconterò le mie esperienze personali. Il Signore vegliava su me, sin da piccola rispondeva alle mie richieste e io andavo avanti così, frequentavo la comunità e le sue attività, però verso gli 11 anni cominciai anche a frequentare amiche fuori dalla chiesa, che a poco a poco, come una corrente mi trascinarono via, fino a quando una sera, in una riunione di preghiera in casa mia, sentii qualcosa dentro di me, che mi spingeva a chiedere perdono a Dio e compresi che dinanzi a Dio ero una peccatrice così come dice Romani 3:23: “Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio” e innalzato un canto scoppiai a piangere, pregai il Signore chiedendoGli di perdonarmi.
Ringrazio Dio, perché quella sera, nel gennaio del 93, accettai Gesù come mio personale Salvatore. Per tutta la serata continuai a piangere, ma dentro di me sentivo pace e gioia: da quel momento ero una figlia di Dio; in quello stesso anno il Signore, nella Sua benignità, mi guarì da una forma di allergia chiamata asma bronchiale della quale io soffrivo dall’età di 2 anni, che mi costringeva a recarmi molto spesso in ospedale, dove mi somministravano l’ossigeno. Per fede risposi ad un appello per la guarigione sotto una tenda ed il Signore mi guarì. Però nell’anno seguente, finita la scuola media, cominciai a guardare le amicizie di fuori, il mondo, iniziai il liceo e chissà, forse perché mi sentivo grande, piano piano, come il figlio prodigo, me ne andai dalla casa del padre. Diventai una ragazza volgare, volevo sempre uscire, cominciai a mentire, ora me ne vergogno tanto, mi fa male ricordare cos’ero diventata, ma il Signore è stato tanto buono con me, ha avuto misericordia di me e anche in quei momenti il Suo sguardo era su me; infatti ogni qualvolta progettavo qualcosa, a volte anche di nascosto dai miei genitori, le cose non riuscivano mai; al momento non capivo e mi arrabbiavo anche, però ora so che era il Signore che mi proteggeva, anche se io ero lontana da Lui, e mi evitava brutte esperienze.
Ringrazio Dio perché al di fuori di piccole cose, non ho fatto brutte esperienze nel mondo, a parte le delusioni che esso ti offre; infatti nel 96 mi ritrovai in un periodo molto buio: la mia migliore amica mi aveva tradito, persi un amico in un incidente e mi sentivo veramente male. A questo poi si aggiunse il cambiamento non solo della casa, ma anche del paese. Ci spostammo in un paesino molto piccolo e lì io mi ritrovai veramente sola, perché non potevo uscire con i miei vecchi amici, a causa della distanza; di conseguenza andavo solo a scuola.
Ma in quella mia solitudine, in quel mio vuoto interiore, cominciai a riaggrapparmi al Signore; poi per alcune complicazioni, causate dal posto dove vivevamo, ci trasferimmo di nuovo in un altro paese dove, grazie a Dio, vivo da quasi 4 anni. Io non volevo, piansi, mi disperai, ma “la volontà di Dio è buona, perfetta e accettevole” (Romani 12:2), anche quando non la capiamo e al momento soffriamo, dopo constatiamo che era il meglio per la nostra vita; al momento non lo capivo, ma oggi affermo che quel trasferimento è stato determinante per me, perché venuta a Palo del Colle (Ba), cominciai a frequentare la comunità del posto e potei iscrivermi al campeggio cristiano sito in Bologna nel periodo di Agosto.
Ero ancora ben lontana dal ravvedimento totale, però dentro di me qualcosa cominciava a muoversi. Finché proprio poco prima di partire per il campeggio, la Parola di Dio cominciò a far breccia nel mio cuore e cominciai a porre mente su tante cose. Partii per il campeggio e appena arrivata non facevo altro che piangere, per la nostalgia di casa, ma poi a questo si aggiunse la predicazione della Parola di Dio: un invito preciso a lasciare il mondo e a seguire Gesù; dentro di me c’era un combattimento: una parte voleva lasciare il mondo, l’altra no, anche perché avevo un legame sentimentale, ma gloria a Dio, Gesù vince sempre, perché giorno dopo giorno, la parte che voleva accettare l’invito di Gesù aveva il sopravvento. Chiesi a Dio di purificare il mio linguaggio e Lui lo fece ed inoltre una sera in particolare, pregai e dissi: “Signore io voglio servirti, ma ho paura, aiutami”; subito Dio mi rispose: “Non aver paura, perché Io ti guiderò per tutto il cammino che devi fare”. Quella sera sentii una pace dentro me, ero nata di nuovo, avevo riaccettato Gesù come mio personale Salvatore. Tornai dal campeggio e dopo un mese chiesi il battesimo in acqua: dopo un mese perché dentro di me una voce mi diceva che non era indispensabile quel passo, ma poi Dio mi parlò attraverso il versetto che dice: “…chiunque avrà creduto e sarà stato battezzato sarà salvato” ed allora compresi che non era indispensabile per la salvezza, perché per riceverla bisogna credere in Gesù, ma che comunque era un passo importante e il 10 maggio del 98 scesi nelle acque battesimali.
Dopo il battesimo mi recai nuovamente in campeggio (lo stesso campeggio in cui il Signore mi aveva salvato) dove il Signore mi battezzò nello Spirito Santo: fu un’esperienza bellissima e successivamente ad essa Dio mi ha dato i Suoi doni e mi guida ancora oggi nell’usarli per la Sua gloria. Dio mi ha aiutato e mi aiuta nelle cose quotidiane della vita: mi ha aiutato a diplomarmi e ancora oggi mi aiuta ad affrontare gli esami universitari; inoltre Egli risponde a tante cose che Gli chiedo dicendomi “aspetta” oppure “di no”, ma so che ciò lo fa, perché mi ama.
Ancora voglio dare gloria a Dio perché ha aiutato me e la mia famiglia in quest’ultimo anno: abbiamo affrontato un periodo molto difficile, perché mio padre, che fa l’imprenditore edile, ha scoperto di essere andato in fallimento, non sappiamo il come ed il perché, ma questo fallimento gli ha impedito di lavorare. Di conseguenza ci siamo trovati in gravi disagi economici, ma abbiamo potuto sperimentare la promessa del Salmo 37:25 : “Io sono stato giovane e sono anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato , né la sua progenie raccattare il pane”; il Signore ci ha aiutato e noi siamo rimasti fedeli a Lui, ed oggi grazie a Dio mio padre lavora e le cose sono tornate ad andare bene, perché Dio è buono.
Ci sono stati momenti in cui mi sembrava che la situazione fosse precipitata a tal punto da non esserci più soluzione, mi è sembrato di essere arrivata al capolinea, ma quando ho portato i problemi ai piedi di Gesù, Egli ha aperto i miei occhi e mi ha fatto vedere che oltre c’era una strada.
Se qualcuno mi chiedesse se fossi disposta a tornare indietro o se potessi cambiare qualcosa della mia vita, io risponderei che cambierei gli anni spesi lontano da Dio per trascorrerli nella sua casa e vivere vicino a Lui.
Concludo dicendo che ora so che Dio aveva ed ha ancora oggi un piano speciale per me; ho letto giorni fa la testimonianza di un fratello che aveva scritto su di un foglio tanti buoni propositi che aveva in mente di attuare per servire Dio; alla fine della lista firmò quel foglio col suo nome, ma Dio gli fece capire che doveva firmare un foglio bianco, perché doveva essere Lui a riempire quel foglio, perché è Dio a decidere cosa dobbiamo fare per Lui. Ebbene anch’io voglio fare così, gli ultimi anni sono già scritti, ci sono stati momenti belli e momenti tristi a cui ne seguiranno altrettanti belli e meravigliosi, ma anche tristi, ma varrà la pena affrontarli, perché Dio ha il meglio per noi e sono sicura che Dio ha il meglio anche per te. Il Signore ha cambiato la mia vita, rendendola da grigia e buia, rosea e splendente della sua meravigliosa luce.
Ho 20 anni, ma è come se vivessi da tre anni, dall’agosto ’97, quando ho deciso realmente di servire Dio Caro amico che leggerai questa testimonianza, io ti posso dire che con Gesù siamo al sicuro, perché la Bibbia è piena di promesse, alcune delle quali si sono già realizzate per me ed altre ancora si realizzeranno quando Lui vorrà, ma l’importante è rimanere stretti a Lui. Sono giunta al termine della mia storia e concludo parafrasando un bellissimo canto che mi piace tanto, in cui Dio ci chiama a parlare ad altri di Gesù e della salvezza, dove Egli dice che c’è ancora una speranza per te; il canto dice proprio così: “Io vorrei parlarti di Gesù, che un giorno lasciò il Padre per venire tra noi, nel Suo nome compì tanti miracoli, ma da noi non fu accettato e tristemente abbandonato, fu mandato alla croce; su quella croce Lui si caricò del mio e del tuo dolore finché morì, dimostrandoci il Suo amore. Ma Gesù non è rimasto lì, è risorto ed ancora oggi è vivo e tende le Sue mani verso te, pronto a darti amore se soltanto apri il tuo cuore, Lui entrerà e un giorno lo vedrai, perché è proprio vicino a te”. Rispondi a quel meraviglioso invito, Dio ti ama, Gesù vuole che tu possa riconciliarti con il Padre e la tua vita sarà esuberante, ma soprattutto eterna.
Maria Cristina
tratta da globonet.it/cristiani_evangelici
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