Una circolare del capo della polizia del distretto di Sukma incarica tutte le stazioni locali di mantenere una stretta sorveglianza sulle attività dei missionari. Ex portavoce della Conferenza episcopale indiana: “La circolare sa di parzialità di un ufficiale di polizia obbligato dalla Costituzione a proteggere la libertà dei singoli cittadini e a garantire la loro sicurezza”.
Mumbai (AsiaNews) – In una circolare che potrebbe accendere polemiche Sunil Sharma, capo della polizia del distretto di Sukma, ha incaricato i suoi subordinati e gli ufficiali responsabili di tutte le stazioni locali di mantenere una stretta sorveglianza sulle attività dei missionari cristiani e sui tribali convertiti. “I missionari cristiani e i cristiani tribali – afferma il documento – si avventurano abitualmente nelle aree interne del distretto e persuadono i tribali non cristiani a convertirsi offrendo loro lusinghe. Per questo non può essere escluso che la situazione sfoci in contrasti tra i tribali locali e quelli convertiti (al cristianesimo)”.
La circolare inoltre invita a “mantenere una vigilanza coerente sulle attività dei missionari cristiani e dei tribali convertiti residenti nel distretto e segnalare se qualcuno dei loro atti viene percepito come sospetto”.
Il capo della polizia ha ammesso di aver inviato la lettera agli agenti di polizia distrettuale, sostenendo che “la circolare è di natura preventiva piuttosto che repressiva. Tenendo conto che in alcuni distretti vicini sono stati segnalati conflitti a causa di conversioni religiose, volevo che una situazione del genere non si verificasse a Sukma e che prevalesse l’armonia sociale. È stato chiesto alla polizia di raccogliere informazioni attraverso la sua rete sulle attività di conversione religiosa con lusinghe”, ha detto Sharma e ha aggiunto che tutti hanno il diritto di seguire la propria fede.
Il reverendo Babu Joseph SVD, ex portavoce della Conferenza episcopale indiana (Cbci), ha dichiarato ad AsiaNews: “La circolare emessa dal capo della polizia del distretto di Sukma nel Chhattisgarh che ordina ai suoi subordinati di vigilare sui missionari cristiani sa di parzialità e arbitrarietà di un ufficiale di polizia che è obbligato dalla Costituzione a proteggere la libertà dei singoli cittadini e a garantire la loro sicurezza”.
“Dalla sua circolare risulta che la causa principale delle tensioni sociali nel distretto sotto la sua giurisdizione è la presunta attività di conversione religiosa dei missionari cristiani. Tuttavia, il fatto chiaro della questione è che nessuna tensione sociale è unilaterale, è sempre bilaterale o addirittura multilaterale. Stando così le cose, la mossa del capo della polizia di indicare i missionari cristiani e non menzionare i sobillatori appartenenti alla maggioranza non è altro che fare il gioco dei poteri esistenti. Ci si aspetta che un vero agente di polizia usi le regole per garantire giustizia a tutti, specialmente a coloro che sono vittime”.
“Sfortunatamente è diventato routine per alcune organizzazioni e alcuni nell’amministrazione prendere di mira i missionari cristiani con il pretesto della conversione religiosa come se non facessero nient’altro per la società. E mi sono sempre chiesto perché alcune organizzazioni di destra hanno riscoperto l’amore per i tribali le cui vite sono migliorate grazie all’intervento dei missionari cristiani. I tribali sono stati lì per tutto questo tempo e nessun missionario cristiano proibisce a nessuno di aiutare i tribali a migliorare il loro destino. Ma quando un missionario cristiano aiuta i tribali viene sempre etichettato come atto di conversione per corruzione?”.
“È questa ipocrisia che dobbiamo sfidare. I fratelli e le sorelle tribali sono cittadini onorevoli di questo Paese proprio come chiunque altro e hanno tutto il diritto di determinare il corso della loro vita, comprese le credenze religiose”.
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