E’ stato presentato oggi in conferenza stampa, al Senato, il primo Report sulle violazioni delle libertà fondamentali causate dalle leggi sull’omotransfobia. Con Simone Pillon, Lucio Malan, Isabella Rauti, Jacopo Coghe e Maria Rachele Ruiu di Pro Vita & Famiglia Fatti e dati reali che rappresentano, in termini concreti, la sorte di chi osa opporsi all’ideologia gender, laddove le leggi contro l’omotransfobia sono state approvate, proprio come si vorrebbe fare in Italia con il disegno di legge Zan. Ne abbiamo parlato con uno dei relatori a margine della conferenza, il senatore Lucio Malan.
Senatore, è un modo, questo, per mostrare l’altra faccia di certe leggi nefaste che sembrano giocare in difesa, ma in realtà giocano in attacco?
«Non è “l’altra faccia”, è la faccia principale, in realtà. Il titolo che viene dato a questa legge comprende la parola “diritti”, ma in realtà sono diritti violati. I diritti degli omosessuali a fare ciò che vogliono e a non essere aggrediti, infatti, sono già tutelati. Si può eventualmente esplicitare la questione dell’aggravante, ma il punto vero di questa legge è l’imposizione dell’ideologia attraverso i tribunali, il carcere e la scuola: questo è il vero nucleo»
Vogliamo accennare al Report presentato stamattina: fatti, dati reali ecc.
«Abbiamo presentato fatti reali, avvenuti in molti paesi dove già ci sono leggi simili al disegno di legge Zan. Già in Italia e sul sito di ProVita & Famiglia sono reperibili. Centinaia di casi di indottrinamento a scuola e, in questi casi, anche se i bambini non vengono puniti con il carcere, se non si adeguano, direi che è altrettanto pericoloso, perché imporre un’ideologia ai bambini, vediamo bene che danni ha creato nel passato. Se poi entriamo in una sfera così delicata, come l’affettività e la sessualità, la famiglia, allora capiamo che può essere anche peggio dell’imposizione di una qualunque ideologia, come abbiamo visto tante volte»
Un’informazione completa, come questa, secondo Lei, può far cambiare idea a chi è a favore del ddl Zan?
«A chi è favorevole ma è disposto a ragionare, sì. Chi non è disposto a ragionare e intende adeguarsi ad una moda per non passare per retrogrado, oppure quelli che convintamente appoggiano la legge, proprio perché sanno che è l’imposizione di un’ideologia, invece, non cambieranno idea. Ma io confido che ci siano tanti che pensavano che fosse un’innocua tutela verso persone in difficoltà, che, invece, riflettano».
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