IRAN: EBRAHIM FIROUZI È PROVATO MA NON ABBATTUTO

00Nel mirino dei servizi segreti iraniani da 10 anni a motivo della sua fede, Ebrahim Firouzi, cristiano iraniano di 34 anni, ha già scontato 7 anni di prigione e 15 mesi di esilio in una zona remota del Paese. Ma le difficoltà non sembrano essere ancora terminate.

Affinché la verità possa essere conosciuta

Il 7 febbraio scorso, Ebrahim è stato trattenuto nuovamente dal governo iraniano con l’accusa di “propaganda contro la Repubblica Islamica dell’Iran a favore di gruppi ostili”. Tale accusa sembra essere legata alla pubblicazione di una serie di 6 video in cui denuncia le ripetute violazioni dei suoi diritti come la confisca del telefono, del computer e dei libri di teologia cristiana, senza i quali non può studiare (fonte Article18).

“Ho deciso di pubblicare questi video perché la verità sia resa pubblica. La mia preghiera è che le autorità pratichino la vera giustizia”, ha affermato Ebrahim per poi aggiungere “La potenza dell’amore di Gesù, per noi cristiani, è tale che nulla può distoglierci da ciò che crediamo. Possono farci del male [fisico], ma non possono abbattere la nostra anima”.

7 anni di prigione

Ebrahim era stato arrestato la prima volta nel 2011, su ordine del ministero dell’Intelligence iraniano. All’epoca aveva 24 anni e da allora ha trascorso quasi 7 anni in carcere. La successiva condanna a 2 anni di esilio, iniziata nel 2019 e poi prolungata di ulteriori 11 mesi, non terminerà prima di ottobre 2022.

Nonostante le ingiustizie subite, Ebrahim continua a predicare la pace: “La Chiesa iraniana non ha mai cercato il conflitto con il governo. Crediamo in Gesù Cristo e, secondo quanto insegna la Bibbia, vogliamo vivere una vita in accordo con la legge”.

Nella giornata di ieri, 22 febbraio 2021, il Consiglio delle Chiese Unite Iraniane (Hamgaam), ha chiesto attraverso un comunicato ufficiale rivolto al governo dell’Iran il rilascio immediato e incondizionato di Ebrahim Firouzi: “Il ministero dell’Intelligence della Repubblica Islamica dell’Iran non ha smesso di molestare e perseguitare il signor Firouzi, anche durante l’esilio. Con nuove accuse e con la confisca dei suoi beni ha reso ora la sua vita, già molto provata, ancora più difficile”.


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