Nella valle di lacrime

Mi chiamo Ibrahim e, per amor della sicurezza della mia famiglia, uso lo pseudonimo di Timothy Abraham. Sono un semplice egiziano dalla Regione del Delta. Fattorie mi circondavano da ogni parte insieme a ruscelli del lussurioso fiume Nilo che dà vita con la fertilità. Ricevetti una severa educazione islamica durante la mia infanzia, studiando nella scuola del villaggio, indirizzata all’insegnamento del Corano (al-Kutaab). Mi insegnarono a temere Dio (Allah in arabo) che creò i cieli e la terra in sei giorni. Non c’era una sola ragione per dubitare di una religione che enfatizzava il temere Dio facendo buone opere e vivendo una vita morale. La recitazione del Corano aveva lo scopo di produrre un senso di tranquillità. Mi piaceva il circolo di adorazione sufi, perché adoravano la persona di Maometto. Questo era il gruppo di Abu-al-Azayem. Stavo ricercando una maggiore vicinanza all’onnipotente Allah.

Una sera intorno alle 19 nella moschea al-Mahatta, avendo finito di recitare la preghiera al-Maghrib, fui presentato a Muhammad Imam e Sulleiman Kahwash. Erano profondamente influenti per farmi entrare nel loro gruppo “La Fratellanza Musulmana – al-Ikhwan al-Muslimin“. Mi incoraggiarono ad essere un devoto musulmano, a digiunare il lunedì e il giovedì di ogni settimana, e a rompere il digiuno con loro nella moschea mangiando pane, formaggio, datteri (tamr), e una deliziosa insalata. Io imitavo diligentemente ogni cosa che faceva il Profeta Maometto, anche la posizione che il Profeta aveva quando mangiava. Erano così gentili con me. Vedevano inoltre in me un potenziale eloquente oratore. Perciò, Sulleiman Hashem, il leader in quel momento, si rivolse gentilmente a me, dicendo: “Ibrahim, tu sei chiamato dall’insegnamento del Corano a proclamare il messaggio dell’Islam da’awah. “Mio Allah!” considerai, “Io ho solo 14 anni e vengo facilmente intimidito.” Nondimeno Sulleiman mi diede un insieme di libri da studiare in preparazione del sermone che dovevo esporre il giorno dopo. Da allora in poi divenne un’abitudine per me predicare un sermone il primo lunedì di ogni mese lunare. Ero pieno di zelo, tanto che i miei leader avevano organizzato di farmi andare nelle città vicine per predicare di moschea in moschea. Con zelo volevo che tutti seguissero la Tradizione del Profeta Maometto e, di conseguenza, mia sorella non ebbe altra scelta che ubbidire al mio coranico comando di indossare il velo che indicava modestia. Avevo bisogno dell’approvazione di mio padre. Mi chiesi se avesse mai sentito predicare suo figlio, il quattordicenne evangelista musulmano. Con mia sorpresa mio padre fu aspramente criticato dalle persone per avere un figlio che ora era un “fanatico”. La Fratellanza Islamica era vista come una “gang” religiosa dalla maggioranza dei musulmani ordinari. Mio padre divenne furibondo contro il mio radicalismo islamico e, senza pensarci, mi diede un pugno nei denti. Oggi il mio dente davanti è finto. Esso mi richiama alla memoria la mia precedente perseveranza, fino alla morte, per essere uno zelante fondamentalista islamico e la mia volontà a proseguire nel mio impegno nonostante l’essere perseguitato. Mio padre bruciò la mia libreria islamica sunni (soprattutto wahabi e salafi). Sapeva molto bene che Mohammad Mansour, un informatore della polizia di sicurezza, registrava i miei sermoni dal bagno della moschea. Ero così rigoroso nel modo di seguire la sunnah di Maometto che non stringevo la mano alle donne. Volevo semplicemente essere un musulmano devoto. Quando finirono le preghiere in moschea, mio padre fermò uno dei responsabili del mio gruppo, Sulleiman Hashem, e gli chiese supplichevolmente di lasciare me, suo figlio, solo. Quando mio padre giurò di divorziare da mia madre se io avessi continuato ad andare in moschea (hilif alaya bi al-talaaq), dove i membri della Fratellanza Islamica avrebbero pregato, obbedii a mio padre, ma chiesi, per pietà, che mi si lasciassero ascoltare i loro sermoni, seduto fuori dalla moschea.

Non fui mai intimidito da questo e continuai a predicare l’Islam ogni giorno nella parata del mattino (taboor as-sabah – in Egitto ogni mattina si svolge una parata dove il direttore o qualcun altro predica), così come in ogni moschea in cui andavo ad insegnare. Mai mi venne in mente, nemmeno per un secondo, che l’Islam potesse essere sbagliato. Nel mio proposito di propagare l’Islam dappertutto, mi trovai fra le mani una rivista che aveva indirizzi di corrispondenti dagli Stati Uniti. Ne scelsi uno a caso e gli scrissi, sperando di convertirlo all’Islam. Scrissi a John della Pennsylvania, USA, per due anni e ognuno dei due cercava di convertire l’altro. Lessi ogni libro che potevo che sosteneva il rifiuto della Bibbia. Per rendere le cose peggiori, non avevo alcun rispetto per la Bibbia, ci appoggiavo sopra i piedi e le scarpe, perché il Corano mi aveva insegnato che era corrotta.

Poi John mi fece una sorpresa venendomi a trovare nel mio paese. Quella fu la prima volta che vidi un vero cristiano. La sua sincerità, la sua franchezza, la sua genuinità e la sua apertura mi impressionarono. John stette con me due mesi. Egli aveva una sorprendente vita di preghiera che mi servono come modello nella mia vita di oggi. Non sapevo che i cristiani pregassero, fino a che non vidi una “epistola vivente” proprio nel mezzo della mia casa: un uomo di una terra lontana che divenne uno di noi e genuinamente incarnò l’amore di Cristo. John aveva una stupefacente vita di preghiera perché pregava più di quanto parlasse, pronunciando le parole della Bibbia. Divenni geloso dell’intimità di John con Dio e aumentai le mie recitazioni del Corano.

L’Islam è una religione che deve essere presa in considerazione per l’insegnamento ai suoi seguaci ad essere virtuosi, casti e generosi. Bisogna notare che un musulmano deve fare più opere buone possibili in questo mondo, perché nel Giorno del Giudizio Dio peserà le opere di ogni individuo su una “bilancia”. Le opere buone saranno messe in un piatto della bilancia, le cattive nell’altro. Se quelle buone saranno più pesanti, allora il credente andrà in paradiso, descritto nel Corano come un posto di piacere sessuale e di spasso con le huri dagli occhi grandi (sura Al-Waqi’a 56:20-23).
Cristo nostro Signore dice invece: “Alla risurrezione non si prende né si dà moglie, ma i risorti sono come angeli nei cieli” (Matteo 22:30). Amico musulmano, secondo quanto dice il Corano, se le tue azioni malvagie saranno più pesanti, tu sarai gettato nelle fiamme dell’inferno. Sembra che tu abbia bisogno anche solo del cinquantuno per cento di buone opere per entrare in paradiso. Rimani, però, assolutamente incerto se andrai o meno in paradiso. Tutto ciò che dici, amico musulmano, è: “Solo Dio lo sa!” Tu speri nella misericordia di Allah, e speri che gli angeli o il Profeta intercedano per te l’Ultimo Giorno, così che tu sia salvato dall’inferno.

Io ero come te, sorella o fratello musulmano, proprio nella stessa barca, finché ho saputo che puoi essere assolutamente sicuro di andare in paradiso. I miei occhi si riempiono di lacrime solo nel ricordare quanto ero perduto e come sono stato ritrovato. Mentre tremo in lacrime, vedendo la maestà di Dio, gioisco nel sapere che sicuramente ho la vita eterna.

Nella Bibbia Dio è insieme giusto e misericordioso. La sua giustizia richiede che tutti siano puniti nell’inferno, perché Egli è perfetto al cento per cento. Non importa quanto fortemente cerchiamo di compiacere Dio, perché saremo sempre mancanti davanti alla Sua perfezione. Le nostre opere buone non ci avvicineranno a Dio. Dio vide la nostra insufficienza, e decise di scontare Egli stesso la nostra condanna. Egli mandò la Sua Parola, Aisa Al Masih (Gesù Cristo), che era assolutamente senza peccato e senza colpa, per portare la punizione dei nostri peccati sulla croce. Che cosa puoi dire al Giudice quando Egli sceglie di pagare per te? La Bibbia dice in Giovanni 3:16: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Suo unigenito Figlio affinché chiunque crede in Lui non perisca, ma abbia vita eterna”. E’ perché Dio ci ama che ha mandato la Sua Parola, Gesù Cristo, a morire per noi. L’Islam non ci dà mai la certezza di andare in paradiso, mentre Cristo lo fa assolutamente! Gloria a Dio! Grazie, mio Signore, per aver scelto sovranamente di pagare il prezzo Tu stesso, nella Persona della Tua Parola Incarnata, il Signore Gesù Cristo, che è l’espressa rivelazione della natura dell’Onnipotente Allah.

Dopo che John se ne andò, la sua influenza rimase. Pensai che avrei depresso John dicendo: “John, la tua visita mi ha reso un musulmano più forte. Non cercare più di convertire i musulmani.” Ma John ebbe ancora la meglio nelle sue suppliche e preghiere. La sua preghiera di intercessione mosse il Signore a svegliarmi nel mezzo della notte, così da non farmi dormire né riposare. Il mio conflitto interiore raggiunse il suo apice. Agitato raggiunsi la mia Bibbia e la aprii a caso. Trovai: “Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?” Mi ricordo che un giorno in un acceso dibattito tra me e John, presi in giro la Bibbia e dissi: “John, la tua Bibbia è la cosa più assurda! Come puoi credere alla storia di Saulo che divenne Paolo, il servitore del Vangelo?” John rispose: “La storia è vera, ed ecco perché sono paziente con te. Tu sarai un altro Paolo un giorno!” Io replicai: “John, devi essere fuori di testa per pensare anche per un secondo che io potrei lasciare la religione delle religioni, l’Islam!” Riflettendo su: “Saulo, Saulo…” dissi: “Signore! Io? Io ti perseguito? Non ti ho fatto niente di persona… Io ricordo di aver denunciato alla polizia una studentessa di medicina… ma non ho fatto niente a Te. E’ vero che colui che tocca uno dei Tuoi, tocca la pupilla dei Tuoi occhi?”

L’Islam nega la crocifissione del Signore Gesù Cristo, perché il Corano credeva in questo modo di privare gli ebrei della vittoria che essi reclamavano sulla morte di Gesù. Il Corano asserisce che Dio mise qualcuno che sembrava Gesù sulla croce al suo posto. Ora amico musulmano, Dio non è coinvolto in affari di frode, perché se avesse voluto liberare Gesù dalla croce, l’avrebbe potuto fare miracolosamente senza dover ingannare e mettere qualcun‘altro simile a Gesù. Questo errore del Corano è troppo evidente e prova che il Corano non ha origine divina. Per di più, il Corano contraddice se stesso perché, mentre proclama che gli ebrei non uccisero veramente Gesù, afferma molto chiaramente la realtà della morte di Gesù nella sura della Famiglia di Imran 3:55 quando dice:

E quando Allah disse: “Oh Gesù, ti porrò un termine (letteralmente “ti faccio morire”) e ti eleverò a Me…”

Amico musulmano, il mio scopo non è quello di convertirti, ma di suscitare delle domande fondamentali. Chi è Cristo? Fu crocifisso? E questo che effetto ha su di te? Se l’intera storia dell’umanità gira intorno a Cristo, allora la mia vita intera e la mia esistenza dovrebbero girare anch’esse intorno a Lui. Negare la croce di Cristo significa contraddire la storia stessa. E’ detto nel Corano che Maometto stesso fu incitato da Dio rivolgersi alle persone del Libro (gli ebrei e i cristiani); aveva dei dubbi riguardo al Corano?

E se dubiti (Maometto) a proposito di ciò che abbiamo fatto scendere su di te, interroga coloro che già prima recitavano le Scritture (gli ebrei e i cristiani) – Sura Yunus 10:94.

Per la prima volta nella mia vita cominciai a farmi la domanda “perché” e a mettere in discussione tutto ciò che davo per certo. Tutti i postulati furono esaminati in modo critico. Questo mi creò dei problemi in una società autoritaria. Le domande, viene detto, volano in faccia ad Allah. Ubbidisci. Questo è Tutto. Nella Fratellanza Islamica il nostro motto era samaana wa ataana, cioè abbiamo udito e ubbidito. Dopo anni di studi giunsi a due logiche conclusioni: la Bibbia è l’innegabile Parola di Dio, e Gesù è la Parola di Dio. Cominciai a vedere la possibilità che Gesù fosse Dio. Con l’intelletto accettai tutte le affermazioni della fede cristiana, ma nel mio cuore avevo ancora paura di essere fulminato per il fatto di chiamare il Dio Onnipotente: “Padre Mio”. Avevo bisogno di un miracolo! La Bibbia ci insegna che nessuno può dire “Gesù è il Signore”, se non per lo Spirito Santo (1 Corinzi 12:3). Non meravigliamoci che ogni esperienza di Salvezza sia un miracolo di nascita dalla morte alla Vita Eterna!

Dalle profondità del mio cuore, nel mezzo del conflitto interiore, io supplicai Allah, anche nella moschea, “Signore, mostrami la verità! E’ Gesù o Maometto? Può essere vero che Tu sia mio Padre? Mostrami la verità e io servirò la verità a cui tu mi conduci, per tutta la mia vita, qualunque sia il costo!” Scoppiai in lacrime perché seppi che il costo avrebbe potuto essere oltraggiosamente troppo alto per una persona debole e magra come me. Come potevo permettermi di essere cacciato dalla mia famiglia e di dormire per le strade come un barbone? E cosa sarebbe successo se i miei leader della Fratellanza Islamica lo avessero scoperto? E se, nella loro giustizia e nel loro zelo islamico, mi avessero catturato per difendere l’Islam, e poi ucciso? Secondo la religione islamica ad un apostata dovrebbe essere data un’opportunità di tre giorni per ritrattare poi, il sangue dell’infedele sia legittimamente sparso nel nome di Allah! Le parole del Profeta Maometto risuonavano nel mio orecchio: “Chiunque (che sia musulmano) ha cambiato la sua religione, uccidilo.” Questa tradizione è stata tramandata da Abu Bakr, Uthman, Ali, Muadh ibn Jabal, e Khalid ibn Walid. Ma persistevo nel chiedere a Dio di guidarmi.

Una notte Cristo mi apparve in sogno e mi disse con una tenera voce: “Ti amo!” Vidi quanto ostinatamente gli avevo resistito in tutti questi anni e gli dissi in lacrime: “Ti amo anch’io! Ti conosco! Tu sei eterno per sempre.” Mi svegliai con lacrime sul viso, ripieno di tanta gioia, credendo che Cristo stesso avesse toccato sia la mia mente che il mio cuore, e mi arresi. Ero ripieno di grande passione per Cristo, saltavo su e giù, cantavo lodi al Suo nome e Gli parlavo giorno e notte. Non avrei neppure dormito senza l’infallibile Parola di Dio, la Bibbia, vicino al mio petto.

Sperimentai cosa vuol dire essere un “figlio di papà” di Dio: Dio mi avrebbe dato qualsiasi cosa gli avessi chiesto in preghiera. Ma poi il Signore volle che io lo amassi e lo lodassi per quello che Egli è e non per quello che ricevevo da Lui. Cercai di tenere nascosta la mia fede e fui battezzato segretamente nella casa di un pastore.

Ripieno della gioia della salvezza non potevo più nascondere, né negare Cristo. Perciò, quando il mio amico di infanzia mi chiese se Cristo fosse stato crocifisso, io risposi “Sì!” e spiegai perché. Egli pregò con me per ricevere Cristo. Era scosso e sudato ogni volta che pregava con me. Egli potè vedere quanto fosse potente il nome del nostro Signore Gesù. I miei ex-leader del gruppo islamico fanatico, desiderando sapere chi fosse “l’uomo di punta”, minacciarono di uccidere questo mio amico se non avesse detto tutto sulla mia attività evangelistica. Purtroppo egli mi tradì; fui picchiato davanti alla moschea dove avevo formalmente predicato l’Islam con zelo. Ai loro occhi ero un infedele blasfemo che meritava di essere ucciso, a meno che non avessi ritrattato. Considerarono la mia conversione come la più orrenda forma di profanazione dell’Islam e del Corano.

Quando la mia conversione segreta fu resa pubblica e i musulmani complottarono di uccidermi, dovetti fuggire. Fui perseguitato dai musulmani del mio paese nel Delta fino a Ismailia, sino a che non arrivai al Cairo dove vivevano i miei amici cristiani. Qui i cristiani non erano disposti a proteggermi. Dovetti così tornare al mio villaggio, cercando rifugio nelle Sue mani protettive. Tornai dal Cairo e trovai una folla arrabbiata di musulmani che riempiva la nostra casa. Mia madre indossava il vestito da lutto nero, come è usanza in Egitto. Avendo abbandonato l’Islam, per loro ero morto! Le donne musulmane mi gridavano: “Tua madre non si meritava tutto questo da te. Perché causarle tutto questo dolore?” Un’altra donna si lamentava: “Povera madre! Suo figlio l’ha lasciata per i cristiani infedeli. Se fossi lei, ucciderei mio figlio perché segue gli infedeli come un cane.” Ricevetti una lettera da un amico della Giordania che riportava che mio padre camminava per le strade della Giordania piangendo amaramente, mentre i lavoratori musulmani lo riprendevano severamente. Rimase a letto ammalato per un mese a causa di questo, fino a che non parlammo al telefono.

E’ assolutamente indimenticabile il modo barbaro in cui i musulmani irruppero oltraggiosamente nella nostra casa. Mia madre s’inginocchiò ai piedi del nostro vicino Sayed, implorandolo di risparmiare la mia vita e di uccidere lei al mio posto. In una così indescrivibile agonia mia madre mi disconobbe e mi diseredò davanti a tutte le persone del mio villaggio. Amo mia madre più profondamente di qualsiasi altra persona in questo mondo, ma nessun potere umano, per quanto grande possa essere, può separarmi dall’amore di Cristo. Vivrò sempre per Gesù.

La mia Bibbia, tutti i miei libri cristiani e le cassette di musica furono confiscate e bruciate. Decisi di andarmene dalla regione del Delta, al Cairo. Sebbene la polizia mi rintracciò il Signore rese ciechi i loro occhi e mi protesse. Al Cairo, ero nascosto a casa di M., un amico egiziano battista, che mi confortava in ogni momento. Venni meno quando egli lesse:

Essi dunque se ne andarono via dal sinedrio, rallegrandosi di essere stati ritenuti degni di essere oltraggiati per il nome di Gesù. (Atti 5: 41)

Sono grato a Dio di avermi dato questo amico, M., che mi ha insegnato a vivere una vita vittoriosa, ricca in lode e in ringraziamento. Egli mi diede un Nuovo Testamento tascabile in arabo e mi disse francamente che i suoi genitori avevano paura. Mi fu anche detto che se avessero continuato a nascondermi, sarebbero finiti in prigione per sempre. Non avevo nessun altro posto dove andare. Così, sotto il consiglio del mio pastore segreto, tornai al mio villaggio, nascondendo il Nuovo Testamento in arabo nelle mie calze, pregando di non perderlo. Alla fine fui ripetutamente arrestato e rilasciato. Imparai cosa significa avere Dio come mio unico Rifugio. In prigione, il mio Salvatore sa che ho sperimentato la vera pace. Non fui scosso perché vidi Cristo in prigione, non me stesso. Cantai canzoni di gioia nel mezzo delle lacrime, anticipando la venuta della radiosa Stella del Mattino per liberarmi. Decisi di nascondere la Bibbia in un posto dove la polizia non avrebbe potuto confiscarla: nel mio cuore, memorizzandola. Da quel periodo è per me un’abitudine dormire con la mia Bibbia accanto. Cinque anni dopo riuscii a sfuggire ai tentativi dei musulmani di uccidermi e rimasi scioccato di scoprire che ci sono alcuni cristiani professanti in America, che attaccano la Bibbia per cui io volevo morire. La parola di Dio mi ha dato promesse di fede che io applico come un bambino e in cui confido. I cancelli del Paradiso si aprono quando preghiamo attraverso la Parola di Dio. La sua parola è vita!!!

Una volta, quando andai a dare a mia madre il regalo della Festa della Mamma, essa mi chiese retoricamente: “Il regalo della Festa della Mamma?” Risposi: “Sì” ogni volta che ripeteva la domanda. Mi guardò con dolore e disse: “Il figlio, che ho cercato per quindici anni e che finalmente è nato, ora è morto. Ti disconosco fino al Giorno del Giudizio, Ibrahim.” Piansi, ma Cristo toccò il mio cuore e disse: “Sono io la tua famiglia ora! Io sono tuo padre, tuo fratello, tua madre, tua sorella, tuo amico e tutto per te ora, Timothy.” Non posso dimenticare quei giorni, quando mia madre chiamò la polizia per arrestarmi. Ella andò pure da una strega per mandarmi una maledizione e farmi tornare all’Islam. La strega disse: “Tuo figlio sta seguendo una via che non abbandonerà mai e rimarrà vittorioso per tutta la sua vita, fintanto che cammina in essa.” Queste parole, dalla bocca di una strega, condussero mio fratello minore a conoscere Cristo. La testimonianza dei demoni sul nostro vittorioso Signore rende lo scetticismo e l’incredulità assurdi (per favore leggi Romani 8:35-39). Tu puoi essere più di un conquistatore attraverso Cristo, il tuo Vincitore che ti ama! Credilo!

Persi la mia Bibbia e tutti i miei libri cristiani furono confiscati. Tutto ciò che avevo era la radio. La prendevo furtivamente e ascoltavo segretamente The Voice of Hope, cercando qualche canzone che potesse confortarmi nella notte (comunque, ora parlo pubblicamente alla Voice of Hope da quando vivo in un paese libero, l’America). Ma mia madre mi sorprese, mi strappò dalle mani la radio e mi picchiò sulla testa con le sue scarpe. Al tempo avevo solo 20 anni. Pregai per una Bibbia e il Signore mi ascoltò. Andai a prendere un pacchetto con dentro una Bibbia all’ufficio postale. Il capo dell’ufficio postale, Kamal, mi schiaffeggiò con forza e mi diede un pugno nella faccia. Io vidi tutti i tipi di terrore… Piangevo per l’intensità del dolore. Egli mi disse: “Tu segui questi cristiani infedeli, hai lasciato l’Islam e noi ti elimineremo. Ti spediremo oltre il sole!” Mi sentii in trappola. Pregai con fervore di lasciare l’Egitto e di poter praticare la mia fede in Cristo. Padre pieno di conforto, tu non mi hai mai lasciato. Per favore richiama alla mia mente tuo Figlio, appeso alla croce che in una profonda agonia urlava: “Mio Dio, mio Dio perché mi hai abbandonato?”. Signore Gesù tutti ti avevano abbandonato, eppure tu trovavi riposo in Tuo Padre. Ho bisogno di dipendere dal Padre, come tu hai fatto.

Dopo tre anni decisi di andarmene al Cairo che, però, non era più sicuro. L’ultima volta che la polizia mi arrestò, disse: “Secondo noi tu sei un infedele che ha commesso alto tradimento. La prossima volta che ti arrestiamo, ci sarà la pena capitale.” Per peggiorare le cose il padrone di casa “cristiano” mi disse che non poteva più dare alloggio a un criminale fuggitivo. Non ero più bene accetto nel mio paese. Nondimeno, il Signore intervenne, e un evangelista palestinese, Anis Shorrosh, mi presentò al dottor Paige Patterson. Egli cominciò ad aiutarmi per procurarmi un visto per gli Stati Uniti. In principio mi fu negato il visto, ma il dottor Patterson non mollò. Finalmente mi fu accordato e, in un modo soprannaturale, mi fu possibile lasciare l’Egitto. Signore, tu non liberi mai i tuoi figli dalla schiavitù per poi ricondurceli… Aiutami a vivere in qualche posto per praticare la mia fede cristiana senza le molestie della polizia. Signore, per favore, fai tutto ciò che ti è possibile affinchè io non debba vivere in un ambiente dove le persone mi costringano ad andare in moschea. Tu vuoi che i tuoi figli ti adorino liberamente, anche se questo significa scappare per le loro vite, come è stato per me così che Cristo diventi tutto in tutti.

Se non fosse stato per il dottor Patterson, sarei stato storia oggi. Era stata programmata la mia esecuzione, ma Dio aveva del lavoro da farmi fare. Così Egli usò il dottor Patterson per salvare la mia vita in un modo soprannaturale. L’Iddio Onnipotente è un Padre per coloro che sono senza padre (Salmo 68:5), e quando mio padre e mia madre mi abbandonarono, come Davide dichiara, il Signore mi tenne stretto a Sé. L’Iddio Onnipotente è il tuo Padre Celeste, amico mio (Galati 4:6)? L’Iddio Onnipotente e Maestoso trova la sua gioia in te personalmente (Proverbi 8:31).

Dopo essere fuggito negli Stati Uniti continuavo ad essere preoccupato del fatto che un giorno avrei dovuto affrontare le autorità della polizia egiziana, specialmente perché ero arrivato con un visto per studenti che sarebbe potuto scadere in ogni momento. Secondo il governo egiziano sono un infedele che ha diffamato l’Islam e ha causato divisione nazionale. Allah solo sa che non ho rancori sia verso l’Egitto, la mia madrepatria, sia verso l’Islam. Dei predicatori si offersero di nascondermi in qualche fattoria se le cose fossero peggiorate. Io volevo solo vivere e non essere un capro espiatorio dell’ira religiosa di qualcuno. Una organizzazione che mi sponsorizzava inviò una petizione per chiedere il mio permesso di soggiorno permanente. Dopo sei lunghi anni di attesa il Signore onorò la mia richiesta dandomi il permesso di soggiorno permanente pochi giorni prima del mio matrimonio, il 18 Aprile 1998. Non volevo che nessuno mi accusasse falsamente di essermi sposato per avere un lasciapassare. Ho sposato Angela per il suo amore, e non per amore di ottenere un lasciapassare. Dò ad Angela tutto me stesso, perché la fonte del nostro amore è divina. Non è mai un’emozione fuggevole, ma un patto in cui il Signore è il testimone tra me e la moglie della mia giovinezza, la mia compagna e la mia miglior amica (Malachia 2:14).

Questo è il mio momento per lodare Dio per il dono del matrimonio. Quando abbandonai a Dio me stesso e il desiderio di sposarmi il Signore mi condusse Angela. Angela è l’angelo di Dio per il mio cuore: è meravigliosa sia interiormente che esteriormente. Abbiamo la stessa visione nel manifestare l’amore di Cristo alle nostre sorelle e fratelli musulmani. Non ho fatto compromessi per avere meno di quello che sapevo Allah voleva darmi: Angela è una donna di preghiera, premurosa, affezionata, ospitale, generosa e socievole. E’ perfetta per me. Trovo diletto nel fatto che lei ami i miei genitori e dia a loro facendo dei sacrifici. Signore, cosa ho fatto per essere trattato con questa tua straordinaria gentilezza, tanto che mi hai dato una moglie che mi ama e che ama la mia famiglia? Il Signore mi ha onorato per aver messo Lui prima del mio desiderio di avere una moglie ed ora noi siamo una coppia di preghiera. In realtà il nostro Creatore e Redentore è il nostro più grande combinatore di matrimoni.

Signore, che io non sia mai sicuro o ricerchi le comodità della vita a spese dell’unione con Te. Non ci dici tu, Signore: “Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine, sarà salvato” (Marco 13:13)? Per favore non permettere che io ricerchi con fretta la tua salvezza, Signore, in mezzo ai problemi, ma per favore dammi pazienza, così che io sopporti le avversità come un soldato della croce di Cristo! Signore, che il Tuo amore mi consumi a tal punto che il fare la tua volontà possa essere il vero pane della mia vita. Nel nome di Cristo, amen!

http://scritticristiani.altervista.org/ibrahim.html


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