Da quel buco nero zeppo di tragedie che è ormai la Nigeria, in teoria la più ricca economia africana, giungono giorno dopo giorno notizie sempre più drammatiche in relazione alle azioni del gruppo terroristico Boko Haram, che da sei anni sta mettendo a ferro e fuoco il paese. Proprio nei giorni in cui l’azione congiunta dell’esercito nigeriano e di quelli dei vicini Camerun e Ciad volta a fermare l’avanzata dei fondamentalisti pareva finalmente mostrare i primi segni positivi, a raffreddare gli entusiasmi è giunta la notizia di un nuovo enorme rapimento di massa: sarebbero 500 le donne e i bambini rapiti nella città di Damasak, appena prima che questa venisse liberata dalla truppe alleate. Avvicinandosi alla cittadina, nella zona nord del paese, gli eserciti regolari si erano già imbattuti in alcune fosse comuni, così come nel paese di Bama, in cui le donne sono state uccise perché non potessero unirsi agli infedeli usurpatori. Ora la notizia del rapimento, sul modello di quello delle trecento liceali lo scorso anno che indignò la comunità internazionale, e di cui ancora si sa nulla.
Mancano pochissimi giorni alle elezioni in Nigeria, previste per questa domenica, dopo il rinvio per motivi di sicurezza deciso a metà febbraio. Ma permangono molte incertezze sul fatto che effettivamente le votazioni si possano svolgere e in un clima di serenità.
La violenza nel nord est della Nigeria ha costretto più di 192.000 persone a fuggire attraverso il confine per raggiungere i paesi vicini: Camerun (74.000), Ciad (18.000) e Niger (oltre 100.000 secondo le autorità). Inoltre, oltre un milione e duecentomila persone rimangono sfollate nel nord est della Nigeria.
Proprio in questi giorni l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati António Guterres è in visita in Camerun, che si trova in mezzo a due delle più grandi emergenze umanitarie del continente africano: quelle della Nigeria e della Repubblica Centrafricana. Secondo le autorità, sarebbero più di 74.000 i rifugiati nigeriani nella regione di Far North, in Camerun. Di questi, circa 25.000 sono fuggiti a febbraio, a causa degli scontri tra forze militari regionali e ribelli.
A causa della situazione di grave insicurezza nelle zone di confine nella regione del Far North, l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, sta trasferendo le persone nel campo profughi di Minawao, che si trova a circa 90 chilometri dalla capitale regionale Maroua. Le operazioni di trasferimento sono tutt’ora in corso ma, nonostante le precarie condizioni di sicurezza, molti rifugiati preferiscono rimanere vicino al confine per attendere i parenti in arrivo, prendersi cura del bestiame o far ritorno a casa nell’eventualità che la situazione dovesse migliorare.
Claudio Geymonat
Fonte: http://riforma.it/
Copertina: Boko Haram, di AK Rockefeller, Licenza CC BY-SA 2.0, via Wikimedia Commons
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