Una giornata di eventi, incontri, concerti in tutte le sedi della comunità ebraica in Italia, per condividere, attraverso il tema del “narrare”, momenti di cultura, di vicinanza e di memoria.
Oggi si svolge la Giornata Europea della Cultura Ebraica, che viene celebrata da 19 anni e per la quale l’Ucei, l’Unione delle Comunità ebraiche in Italia, organizza eventi e incontri su tutto il territorio nazionale. Il tema di quest’anno è Storytelling. Le storie siamo noi, un modo per mettere in connessione l’ambito del racconto e quello dell’identità. È attraverso il racconto che le persone e le culture maturano conoscenze, sviluppano un’essenza collettiva e non solo personale. E i racconti della Bibbia o della Torah, che includono le vicende della creazione del mondo e la nascita del popolo d’Israele, sono lo storytelling per eccellenza.
Ovviamente, ciascuno di noi ha una propria visione e narrazione degli eventi, come dice Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane. «Io non sarei la stessa se non avessi ascoltato e assorbito tutti questi racconti, che non riguardano solo gli episodi di una singola famiglia. È importante ascoltare, ma lo è altrettanto essere anche narratori di quello che si è ricevuto in tanti anni».
In Italia ci sono 21 comunità ebraiche e moltissime sedi e luoghi che apriranno le porte ai visitatori domenica 14 ottobre, con proposte di ogni genere a partire dal tema della giornata: spettacoli, letture, concerti, rappresentazioni artistiche di vario tipo che includeranno racconti sia allegri che tristi.
Sono 19 le edizioni di questa giornata, ma la presenza delle comunità e della cultura ebraiche nel Paese si può far risalire a 2.000 anni fa. Sullo scopo di questa iniziativa, Noemi Di Segni spiega che «vogliamo ricordare che quella ebraica è una parte integrante della cultura italiana. Ebraismo non è solo Shoah, memoria dolorosa, ma è molto di più: c’è da molto prima e c’è anche dopo ed è importante condividere questa parte di cultura viva e attiva. Siamo convinti che attraverso la cultura si possa davvero arrivare a conoscersi e pensiamo sia importantissimo farlo soprattutto là dove ci sono i più giovani, nel contesto scolastico. Sono incontri volti alla conoscenza di quello che è stato ed è ancora oggi il contributo della cultura ebraica nello sviluppo dell’Italia e dell’Europa nel suo insieme».
La città capofila di quest’anno è Genova, una scelta compiuta nell’estate di quest’anno, prima della tragedia del crollo del ponte Morandi, ma riconfermata nonostante questo tragico evento. Un segnale forte che la comunità ebraica vuole dare. «La scelta – spiega ancora Noemi Di Segni – è stata inizialmente dovuta al desiderio di collocare questa giornata in una città che con Emanuele Luzzati ha un’espressione massima del concetto di racconto, narrazione e trasmissione. Poi naturalmente abbiamo voluto mantenere questa decisione per affermare la vicinanza a tutte le persone di Genova e a tutti coloro che hanno un legame con questa città, esprimere il nostro lutto, e voler trovare, se possibile, un momento di sorriso e di condivisione. Vogliamo anche lanciare una raccolta fondi per cercare di essere di supporto ai giovani, che sono la voce di un racconto che dovrà essere proseguito ma anche, nel caso del crollo del ponte, di un racconto che non può essere dimenticato».
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