Siria, i cristiani sono tra i più colpiti

PASiriaAiuti250x158VERONA – «Un’inqualificabile sofferenza sta colpendo il popolo siriano, in particolare alcune minoranze tra le quali i cristiani. Soprattutto ad Aleppo e Homs, appare chiaro come i cristiani siano particolarmente a rischio in questa guerra», questa una delle conclusioni del report di Porte Aperte/Open Doors International intitolato “Vulnerability Assessment Report”.
In questo momento beneficiano mensilmente degli aiuti e del soccorso di Porte Aperte oltre ottomila famiglie (non singole persone ma intere famiglie) in città come Aleppo, Damasco, Homs, Afrin, Hasaka, Al Qamishli, Lattakia, Tartous, eccetera.

La presenza di Porte Aperte nel territorio garantisce una certa affidabilità nel raccogliere informazioni; in ogni caso in Siria si possono trovare infinite storie che confermano l’affermazione del “Vulnerability Assessment Report di Open Doors”.

Una storia come tante è quella raccontata a Porte Aperte da Aziz, uno dei tanti cristiani accorsi in una delle chiese che l’organizzazione evangelica utilizza come basi per distribuire i soccorsi. «Aziz si è presentato visibilmente percosso e terrorizzato. Tutte le persone del suo villaggio, a quaranta minuti da Al Qamishli, erano state prese in ostaggio da un gruppo islamico estremista di ribelli e portate a forza in un vicino campo militare. Gli uomini sono stati separati dalle loro famiglie ed è stato loro intimato di raccogliere tutto il denaro che avevano per andare a comprare viveri. Una volta tornati, il cibo è stato sequestrato, lasciando una miseria per le loro famiglie.

Aziz, ex musulmano diventato cristiano, quando è tornato da sua moglie e i suoi bambini li ha trovati sfiniti per la fame, pesantemente picchiati e terrorizzati. Picchiandoli i soldati avevano rotto un braccio sia alla moglie, sia a un figlio piccolo. Fu intimato a lui e a tutti gli uomini di alzarsi all’alba per la preghiera obbligatoria; Aziz spiegò che lui era cristiano e che non pregava come loro. Tuttavia un soldato ribelle insistette ma Aziz non si piegò e così fu trascinato davanti al capo del gruppo il quale gli intimò: “O preghi Allah o muori”. Aziz a quel punto rispose: “Io ero musulmano e ora sono cristiano perché ho visto che cosa stanno facendo gli islamici come voi a questo paese: stuprano le nostre donne, picchiano la nostra gente e rubano da tutti specialmente dai cristiani”. Il capo del gruppo decise di non ucciderlo, di farlo picchiare e mandarlo via con un preciso scopo.

Aziz è stato accolto da un pastore del team Porte Aperte di zona: era solo, poiché la sua famiglia era tenuta in ostaggio e volevano oltre mille dollari di riscatto per rilasciarla: un metodo tipico dei criminali per guadagnare soldi. Il team e altri hanno aiutato Aziz a trovare un po’ di fondi e infine la famiglia è stata rilasciata, ma non possono ritornare a casa loro perché è stata occupata da questi estremisti. Con l’aiuto dei credenti che seguono Porte Aperte/OpenDoors, si è trovata un’altra sistemazione per Aziz e famiglia, che hanno anche potuto ricevere specifiche cure mediche. La sua, ripetiamo, è la storia di molti altri cristiani che Porte Aperte sta aiutando sul campo grazie ai contributi dei credenti cristiani evangelici.


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